Bondi, tassa su memorie digitali

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    Burattinaia

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    Bondi, tassa su memorie digitali

    Il nuovo balzello va nelle casse della Siae. Colpisce tutti i dispositivi con memoria.
    Protestano sia i consumatori che i produttori contro il nuovo decreto del ministro Bondi che estende l'equo compenso - una tassa da pagare alla Siae - a tutti i prodotti hi-tech muniti di una memoria per contrastare le copie pirata.
    E protesta anche Nokia, una delle aziende produttrici di cellulari più grandi del mondo, che si vede colpita nei suoi interessi.


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    “L'approvazione del decreto ci lascia assolutamente sconcertati”: ha commentato Alessandro Mondini Branzi, amministratore delegato di Nokia Italia. “Crediamo fermamente che l’imposizione di questa tassa sulla copia privata sia iniqua e ingiustificata: l'ascolto di musica è infatti solo una delle tante funzioni disponibili sul telefono cellulare, il cui contenuto è solitamente acquistato legalmente dal consumatore che ha pertanto già completamente pagato i diritti d'autore”.

    "I consumatori costretti a pagare due volte"
    E in effetti perché la signora Pinco Palla, che usa il suo cellulare solo per telefonare e mandare sms, dovrebbe pagare perché “potenzialmente” pirata? La signora, magari, non sa neanche come si scaricano, i file musicali.
    E se a tutto questo ci aggiungiamo che Nokia ha da tempo un suo negozio, su internet, dove acquistare musica legalmente, il quadro è completo.
    Perché, chiarisce l’amministratore delegato dell’azienda svedese, a questo punto “i consumatori pagheranno due volte per lo stesso contenuto”

    Una petizione on line dei consumatori
    "Avvieremo una petizione online contro questa disposizione cui siamo assolutamente contrari" reagisce l'Mdc. "Così si penalizza l'innovazione" rincara la dose Guidalberto Guidi, il presidene del'Anie, la Confindustria delle imprese elettrotecniche ed elettroniche.
    Il decreto firmato il 30 dicembre scorso dal ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi, prevede infatti che d'ora in poi dovranno essere tassati tutti i dispositivi che hanno una memoria. Ossia cellulari, decoder, computer, lettori mp3 e consolle. E' il cosiddetto "equo compenso": una somma che i produttori di beni tecnologici, e quindi i consumatori, devono versare alla Siae, per compensarla del fatto che l'utente può usare quelle tecnologie per riprodurre un (legittima) copia personale di cd e film acquistati.
    Il provvedimento non piace neanche al colosso della telefonia Nokia, che - con una nota diffusa alla stampa - definisce il decreto “senza fondamento legale” e senza “una base razionale”.

    Mdc: "Il provvedimento va assolutamente rivisto"
    "E' un provvedimento che va assolutamente rivisto" dice Francesco Luongo, responsabile nuove tecnologie e servizi a rete dell'associazione dei consumatori Mdc. "Lo consideriamo un ulteriore inasprimento della pressione fiscale, una genialata per far fare cassa alla Siae. Chiedono il cosiddetto fiorino di medievale memoria. Ma il governo deve capire che ci sono ben altre proprità in questo Paese" commenta Luongo.

    L'Adoc: "Aumenti dei prezzi del 4%"
    Ma c'è chi già stima quanto incidera la nuova tassa sulle tasche dei cittadini. Secondo le stime di Adoc l’incremento medio dei prezzi sarà del 4%, con il rischio di un crollo degli acquisti e di una crescita dell’illegalità. "La tassa sull’equo compenso rappresenta un grave danno per i consumatori, su cui si scaricheranno i maggiori costi sostenuti dai produttori - dice Carlo Pileri, il presidente dell’Adoc – abbiamo stimato che l’aumento medio dei prezzi dei prodotti tecnologici dotati di memoria sarà del 4%. Un lettore mp3 da 8 gigabyte di memoria costerà in media il 5,6% in più, passando da 122 euro a poco meno 130 euro. Una chiavetta usb da 4 gigabyte costerà il 3% in più, un hard disk esterno da 500 gigabyte vedrà lievitare i suoi costi in media di 5 euro, pari al 2,5% in più del costo medio attuale".

    L'Anie: "Così si penalizza l'innovazione"
    "Accolgo con sconcerto e incredulità il decreto ministeriale reso pubblico in data 14 gennaio dal ministero dei Beni culturali che rivede i compensi per la copia privata in Italia" dice Guidalberto Guidi. "Il nuovo decreto stravolge il regime vigente introducendo sostanzialmente una tassa il cui importo cresce proporzionalmente alla capacità di memoria degli apparecchi elettronici. Mentre l'industria high-tech è fortemente impegnata in uno sforzo innovativo per offrire ai consumatori apparecchi sempre più performanti a costi di acquisto decrescenti, questo decreto, al contrario, introduce un meccanismo perverso che fa crescere la tassa in ragione delle performance dell'apparecchio e incide, in definitiva, esponenzialmente sul prezzo dei prodotti. È, a quanto ci risulta, l'unico esempio al mondo di penalizzazione dell'innovazione!", aggiunge il presidente di Confindustria Anie.

    La tassa viene estesa a tutti i prodotti con memoria
    Finora questa gabella grava solo su cd, dvd e su masterizzatori. Dalla pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale viene estesa a tutti i prodotti dotati di memoria. Non che negli altri paesi europei questa tassa non ci sia. Ma non per un numero così elevato di prodotti.

    La Siae quadruplica gli incassi
    Intanto gioiscono alla Siae per il dono ricevuto dal ministro Bondi. In un colpo solo, dal 2009 al 2010 i loro incassi per l'equo compenso passeranno da 70 a 300 milioni di euro. Un bella differenza, insomma.
    Rideranno meno, invece, i consumatori, sui quali inevitabilmente i produttori scaricheranno la tassa. Un po' com'è già successo per cd e dvd.

    La tassa varia per tipo di prodotto

    Il compenso dovuto alla Siae varia per tipologia di prodotto: sull'acquisto di cellulari l'equo comenso peserà 90 centesimi. sugli hard disk, interni e esterni che siano, e le pendrive si pagherà una quota per ogni Gigabyte.

    Altroconsumo: "Un provvedimento profondamente ingiusto"
    Sulla questione ha già espresso tutte le sue perplessità l'associazione dei consumatori Altroconsumo: "Si tratta di un provvedimento profondamente ingiusto che andrà a colpire apparecchi elettronici d'uso comune come decoder, computer, console per videogame e telefoni cellulari, che solo alla lontana hanno a che fare con la musica e quant'altro sia tutelato dal diritto d'autore".

    La lettera del ministro Bondi a Repubblica
    Ieri il ministro Bondi ha inviato una lettera al quotidiano la Repubblica, giustificando la sua scelta con un necessario allineamento alla normativa europea e spiegando che "i compensi si collocano al livello più basso in Europa", ma il quotidiano diretto da Ezio Mauro ha replicato, facendo notare al ministro che l'equo compenso in Europa "non arriva a questi livelli e non è esteso a tanti prodotti come in Italia: compresi quelli che non hanno alcun rapporto funzionale con la 'copia privata' o possono averlo solo marginalmente"
     
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  2. Proff Termidor
     
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    per fortuna dovevano ridurre le tasse e togliere gli assurdi balzelli ...
    buffoni!
    sveglia italioti!
     
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1 replies since 20/1/2010, 19:38   384 views
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