Pensioni d'oro: sanguisughe di Stato

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    Burattinaia

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    Pensioni d'oro
    sanguisughe di stato


    In libreria il nuovo libro di Mario Giordano, Sanguisughe, un viaggio tra i vitalizi da re che prosciugano le tasche degli italiani.


    eccone alcuni stralci

    Il pensionato più ricco d’Italia (quello che prende 90mila euro al mese)

    Molti mi hanno chiesto chi è il pensionato che prende dall’Inps 90mila euro al mese. Si chiama Mauro Sentinelli, è un ingegnere elettronico, ex manager della Telecom. E’ stato l’inventore del servizio prepagato Tim Card, tanto per dire. Nel 1999 è diventato Cavaliere della Repubblica, nel 2002 Commendatore, nel 2006 Grand’Ufficiale. Nella sua carriera, tutta telefonica, una sola ombra: la rottura piuttosto brusca, e mai spiegata fino in fondo, nel 2005 con Marco Tronchetti Provera. “A Mauro Sentinelli fu consigliato di passare alla cassa a non farsi più vedere”, scrissero allora i giornali. Sarà: ma se non doveva farsi più vedere perché nell’aprile 2010 è stato richiamato in Telecom come consigliere d’amministrazione? Nessuno l’ha mai spiegato. Sul punto non ci sono certezze. L’unica certezza è che il consigliere d’amministrazione di Telecom Mauro Sentinelli è il pensionato più ricco d’Italia. Prende 90.246 euro al mese , circa 3008 euro al giorno, che si vanno ad aggiungere al gettone di presenza Telecom. Ma l’incasso non gli deve sembrare sufficiente: nel marzo 2009 si è fatto nomrinare anche amministratore unico di Ectel Internation Sr e nel giugno 2010 è diventato presidente del consiglio d’amministrazione di Enertel Servizi Srl. Non male per un pensionato, no?


    La pensione pure alla vedova del parlamentare (che non mise mai piede in Parlamento)


    Su queste pagine si è molto parlato di pensioni di reversibilità. E dei tagli che hanno subito. Ebbene: sapete che dal 2000 noi (con i nostri soldi) stiamo pagando la pensione di reversibilità alla vedova di un parlamentare che in Parlamento non ha mai messo piede?

    Sentite che storia. L’ex giornalista del Corriere della Sera Arturo Guatelli, fu il primo dei non eletti Dc in Lombardia alle elezioni del 1979. Nel giugno 1983, quando la legislatura era finita e le Camere già sciolte (restavano formalmente in carica solo in attesa dell’insediamento del nuovo Parlamento), fu chiamato a sostituire un senatore morto. Ma perché sostituire un parlamentare con le Camere già sciolte? In effetti. “Quando seppi che si trattava di un fatto più formale che sostanziale evitai perfino di dirlo in giro”, confidò Guatelli qualche anno dopo. Così nessuno seppe che Guatelli era diventato senatore, né lui si preoccupò mai di mettere piede a Palazzo Madama. L’incarico formale nel Parlamento che era già finito durò 29 giorni: dal 3 giugno 1979 all’11 luglio, giusto il tempo di effettuare le elezioni e di insediare le nuove Camere.

    Eppure per aver fatto parte di un Parlamento già sciolto per 29 giorni, Arturo Guatelli maturò il diritto alla liquidazione e alla pensione che incassò fino alla morte, nell’autunno del 2000. Da quel giorno la prende la vedova, in base al sacrosanto (per i parlamentari) diritto alla reversibilità. Non è meraviglioso? Ci siamo stupiti per il parlamentare che prende la pensione (3108 euro lordi, 1733 netti) con appena 24 ore in Parlamento. Ebbene: che dire di una pensione alla vedova di chi in Parlamento non mise mai piede, neppure per un giorno?


    Le pensioni d’oro si moltiplicano (e l’infartuato invece aspetta…)


    E l’infartuato, intanto, continua ad aspettare. Chi ha letto il libro forse ricorderà la storia di Giovanni Mitri, la cito subito nelle prime pagine (pagina 7-8). 54 anni, di Palombara Sabinadisoccupato, “mai raccomandato e mai iscritto al sindacato”, a inizio 2010 ha avuto un infarto e non potendo più lavorare ha presentato domanda per la pensione d’invalidità. La rispoata dell’ufficio competente era stata: “Aspetti, stiamo ancora valutando le richieste del 2009″. E io dico che quella risposta è un’offesa: nel Paese dei falsi invalidi, dei ciechi che guidano, degli zoppi che corrono la maratona e dei sordomuti che rispondono al centralino, è possibile che non si riesca a esaminare in tempi ragionevoli la pratica di un infartuato? E’ possibile che non ri reisce a dire se il signor Mitri ha diritto ad avere la pensione oppure no? Se non è malato, rispediamolo subito a lavorare; ma se è davvero malato, come diavolo campa? E poi perché in questo strano Paese c’è chi deve aspettare per anni per avere una risposta dalla previdenza e chi riesce a ottenere tutto (e di più) al volo? Perché un infartuato di 54 anni fatica ad avere un risposta certa mentre c’è chi, pur essendo sanissimo, prende la pensione da quando aveva 29 anni?

    Questa mattina Giovanni Mitri mi ha telefonato. Dice che la risposta continua a non arrivare. E allora io ho deciso di riproporre una domanda che mi sembra legittima. Nel Paese in cui esistono pensionati da 90 mila euro al mese, nel Paese in cui i parlamentari prendono la pensione dopo essere stati un giorno in Parlamento, nel Paese dei pensionati d’oro come Giuliano Amato (31mila euro al mese), nel Paese in cui a chi prende 22mila euro al mese viene concesso un aumento, è possibile avere una risposta per l’infartuato Giovanni Mitri da Palombara Sabina?


    Lamberto Dini, 521mila euro, le vedove e la segretaria

    Dini ha tagliato le pensioni di reversibilità. E prende due ricche pensioni: 7mila euro dall’Inps e 18mila euro dalla Banca d’Italia, per un totale di 25mila euro al mese. Naturalmente queste entrate vengono sommate allo stipendio da parlamentare. Risultato: dalle casse pubbliche Dini ha ricevuto (ultima dichiarazione redditi, 2008) 521.682 euro. Non male per chi ha tagliato le pensioni delle vedove, no? Fra l’altro nel ’95, prima di trasformare il divieto di cumulo in un imperativo categorico per gli italiani, andò in pensione con la garanzia del cumulo per sè. Ma non solo: fece andare in pensione anche la segretaria, Olga. E appena questa ebbe ottenuto il vitalizio, la assunse al ministero. Doppio gettito pure per Olga, si capisce. Perché i tagliapensioni sanno essere duri con tutti. Ma mai con se stessi. E con i propri cari.


    E il supercommercialista (con 22 incarichi)? In pensione a 24 anni


    volevo raccontarvi la storia di un commercialista importante. Vive a Roma, si chiama Leonardo Quagliata. Ha 58 anni e, al 26 gennaio 2011, risulta ricoprire 22 importanti incarichi in diverse società, da Agusta a Finmeccanica Group, da Telespazio a Raicinema. 22 incarichi, avete capito? Roba da fare indigestione solo incassando i gettoni di presenza.

    Quagliata ha un curriculum di tutto rispetto, ha ricevuto incarichi importanti da vari ministeri (ministero dell’Economia, ministro dell’Industria, etc), oltre che dal Tribunale di Roma, dalla Federazione gioco calcio e da numerose Asl. Si è anche occupato della privatizzazione di Enel e Aeroporti di Roma, ha collaborato con la commissione Finanza della Camera dei deputati e con l’Agenzia delle Entrate. Si tratta dunque di una persona molto stimata, molto qualificata, con le giuste entrature nei palazzi che contano.

    Perché ci occupiamo di lui? Perché il dottor Leonardo, 58 anni, parcelle milionarie e poltrone in 22 diverse società, incarichi da ministeri e tribunali, nel 2006 s’è fatto riconoscere una pensione retroattiva risalente al 1977. Pare si fosse infortunato a un braccio mentre faceva il militare: un guaio evidentemente lieve e che non gli ha impedito la brillante carriera. Eppure, dopo anni di battaglia legale, ha avuto ragione: dal 12 marzo 2006 prende la pensione (1196 euro al mese) con tanto di arretrati fino al 15 dicembre 1977 (240mila euro in tutto). I soldi, come dicevano i vecchi, evidentemente non sono mai troppi.

    Tutto regolare, per carità, tutto inattacabile. Ma fa un certo effetto mettere a confronto il curriculum di Quagliata e il suo cedolino Inpdap, pensando che uno dei commercialisti più affermati, ricercati e ricchi della capitale, di fatto, prende la pensione dal 1977, cioè da quando aveva 24 anni. Quel che giusto è giusto, si capisce: se quei soldi gli spettano nessuno può permettersi di toccarli o metterli in discussione. La nostra preoccupazione è un’altra: siccome l’Inpdap continua a lanciare allarmi (“troppe baby pensioni”, “ci mancano 13 miliardi”, etc) e ha annunciato una stretta, non è che, dopo tanta generosità in passato, ora finirà per farne le spese qualcun altro? Magari uno che non ha nemmeno un posto di amministrazione a Finmeccanica?






     
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  2. heyoka6
     
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    MAURO SENTINELLI, ARTURO GAUTELLI, GIULIANO AMATO, LAMBERTO DINI e LEONARDO QUAGLIATA!
    Sono pronto a scommettere che TUTTI questi Cinque italiani, come TUTTI quelli che Mario Giordano cita nel suo libro, sono Fieri di Essere Italiani e alle manifestazioni pubbliche, portano la mano al petto e cantano fieramente l' inno di Mameli e sicuramente Voteranno TUTTI per UNO dei Partiti che Difende la LORO Italianità e non certo per quel Partito di rozzi ed ignoranti che è la LegaNord!!
     
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  3. giampieros
     
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    CITAZIONE (heyoka6 @ 8/5/2011, 09:01) 
    MAURO SENTINELLI, ARTURO GAUTELLI, GIULIANO AMATO, LAMBERTO DINI e LEONARDO QUAGLIATA!
    Sono pronto a scommettere che TUTTI questi Cinque italiani, come TUTTI quelli che Mario Giordano cita nel suo libro, sono Fieri di Essere Italiani e alle manifestazioni pubbliche, portano la mano al petto e cantano fieramente l' inno di Mameli e sicuramente Voteranno TUTTI per UNO dei Partiti che Difende la LORO Italianità e non certo per quel Partito di rozzi ed ignoranti che è la LegaNord!!

    Bravo Heyoka! Sei grande!

    Io pero' vorrei solo sapere come diavolo fa l'Ing. Sentinelli a prendere 90.000 Euro al mese di pensione!!
    Boh, pensandoci...avra' versato contributi per 35 anni e negli ultimo 10 avra' avuto uno stipendio di un milione e mezzo di Euro all'anno. Insomma, l'INPS non regala niente ai redditi alti, e quando devi versare i contributi li versi sino all'ultimo centesimo, quando invece devi riscuotere la pensione allora piu' versavi e meno contano i soldi che hai versato.
    Meglio fare un esempio: Se guadagni 100 e versi ogni mese 30, vai in pensione con 70 al mese. Ma se guadagni 300 e versi ogni mese 90, col piffero che vai in pensione con 210...
    Perche'? Perche' sei uno stronzo che guadagnava troppo...peccato che se ne ricordino solo quando ti devono pagare la pensione e non al momento di versare i contributi!

     
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2 replies since 7/5/2011, 23:53   1050 views
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