14 agosto 1941: San Massimiliano Kolbe.

Un grande Santo ad Auschwitz

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    Come oggi nel 1941.
    Nel tremendo campo di sterminio di Auschwitz, il Comandante Fritsch detto "Testa di Mastino" impartisce un ordine al medico del campo: eliminare con l'acido fenico i quattro prigionieri ancora in vita presenti nel bunker della morte per fame, che serve per altri condannati.
    Antefatto: Massimiliano Maria Kolbe (nome di battesimo Raimondo) nasce l'8 gennaio 1894 in Polonia. Da bambino gli appare una visione: l'Immacolata Concezione che gli offre due corone: una bianca (purezza) ed una rossa (martirio) ed egli le accetta entrambe,
    Nel 1910 entra come novizio nell'Ordine dei Frati Minori Conventuali, assumendo il nome in religione di Massimiliano, e vi rimarrà tutta la vita.
    Tra le cose notabili della sua vita, oltre alla grandissima devozione per l'Immacolata che lui chiama Mamusia ("Mammina"), vanno annoverati la fondazione della Milizia dell'Immacolata, gli studi superiori a Roma, le missioni in Giappone, il ritorno in Polonia, con un fisico già minato dalla tubercolosi.
    Dopo che la Polonia era stata occupata dai nazisti, viene duramente perseguitato, diverse volte arrestato e rilasciato, infine il 28 maggio 1941 definitivamente internato nel campo di sterminio di Auschwitz (nome tedesco, in polacco si chiama Oswiecim).
    Qui qualche mese dopo avviene un fatto unico. Un prigioniero era scappato, e non era stato ritrovato, dunque secondo le ferree regole naziste dieci suoi compagni vengono condannati a morire di fame. Uno di questi si dispera, pensando alla moglie ed ai figli che non lo rivedranno più. E' un militare polacco, il sergente Francesco Gaiownikzeck.
    E a questo punto dalla fila dei detenuti sull'attenti sotto il sole si fa avanti un uomo, già duramente provato, che chiede al terribile comandante di prendere il suo posto. Alla domanda "chi sei?" risponde semplicemente "sono un prete cattolico polacco".
    I dieci condannati entrano nel bunker della morte di fame, e qui avvengono fatti tali da sconvolgere persino le stesse SS che sorvegliavano. ABituati a sentire pianti, imprecazioni ed altro, stavolta sentono recitare il Rosario ed altre preghiere, e man mano che muoiono, il sorvegliante dice "Questo frate li spedisce tutti in Paradiso.
    Quando il Comandante impartisce l'ordine di eliminare i quattro superstiti con una iniezione di acido fenico, Massimiliano Kolbe aiuta gli altri tre a morire accompagnandoli con le preghiere, quindi per ultimo porge spontaneamente il braccio al carnefice; le sue ultime parole sono "La mia corona rossa, Mamusia!".

    Qualche anno dopo, al termine della guerra, ci saranno i processi, ed il Comandante Fritsch, senza aver mai dato segno di pentimento, pagherà i suoi crimini con l'impiccagione. Ma chissà se immaginava che la sua sentenza avrebbe posto le basi per i fatti successivi.

    La sentenza definitiva, per l'eternità, si ha il 10 ottobre 1982, quando un altro "prete cattolico polacco", ovvero San Giovanni Paolo II, impegnando la propria infallibilità (le canonizzazioni sono atti pontifici definitivi ed irrevocabili, infatti la formula di canonizzazione può essere pronunciata solo dal Papa personalmente, senza possibilità di delega ad alcuno) iscrive nel Catalogo dei Santi il nome di Massimiliano Kolbe.
    Ad uno dei posti d'onore era presente Franciszek Gajowniczek, il militare che il nuovo Santo aveva salvato con il suo sacrificio. E sono lieto di poter dire che nella folla di fedeli c'ero anche io.

    Edited by fabxxx - 14/8/2023, 14:17
     
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    Burattinaia

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    interessante storia :pk:
     
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