Gas e petrolio influenzano la guerra tra Israeliani e Palestinesi

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    Il ruolo del petrolio e del gas nel conflitto israelo-palestinese: una questione poco conosciuta
    La dimensione energetica è uno dei motivi di tensione del conflitto israelo-palestinese. Dove prendono il gas e il petrolio i due Paesi? E in che modo l’accesso alle risorse energetiche condiziona il conflitto?





    Il territorio occupato da Israele e dalla Palestina è povero di risorse energetiche. Per molti anni entrambi i Paesi in lotta hanno dovuto rivolgersi al mercato internazionale per l’approvvigionamento delle risorse. In tempi recenti, Israele ha scoperto ingenti giacimenti offshore di gas naturale, che gli hanno consentito di diventare un Paese esportatore e ridurre la sua dipendenza energetica. Anche lo Stato palestinese possiede un giacimento di gas al largo delle coste di Gaza, ma, a causa del blocco navale imposto da Israele alla Striscia dal 2007, non può sfruttarlo. La questione provoca polemiche molto accese.



    Sommario
    1
    L’economia nel conflitto israelo-palestinese
    2
    Il ruolo del petrolio
    3
    Lo shale oil
    4
    Il gas naturale in Israele
    5
    Il gas naturale in Palestina
    6
    Le risorse energetiche e il conflitto
    L’economia nel conflitto israelo-palestinese
    Il conflitto israelo-palestinese ha anche aspetti economici, dei quali si parla raramente. I due Paesi in lotta vivono in condizioni economico-sociali molto diverse: i cittadini di Israele godono di standard di vita di livello occidentale, mentre gli abitanti della Palestina (Cisgiordania e Striscia di Gaza) sono in condizioni decisamente peggiori e incontrano forti difficoltà nell’accesso alle risorse, nell’occupazione e nei servizi. Per esempio, nel 2021 il PIL pro capite israeliano era pari a 54.111 $, contro i 3514 $ dei Territori palestinesi; il tasso di disoccupazione, che in Israele si attesta al 3,1%, in Palestina supera il 24% e raggiunge percentuali drammatiche nella Striscia di Gaza (oltre il 46% sul totale degli abitanti e circa il 60% tra la popolazione giovanile).


    Banconota da 200 shekel, valida in Israele e in Palestina.
    I Territori palestinesi, inoltre, sono economicamente dipendenti da Israele per le importazioni di beni e anche per la raccolta delle imposte che, in base agli accordi degli anni ’90, sono in gran parte raccolte dal governo israeliano e poi trasferite all’Autorità Nazionale Palestinese (ANP). Le condizioni economiche inaspriscono la posizione degli arabi palestinesi, che ritengono Israele responsabile della situazione di disagio nella quale si trovano.


    La questione delle risorse energetiche è particolare: fino agli anni Duemila entrambi i Paesi ne sono stati privi, ma in tempi recenti la situazione è cambiata.

    Il ruolo del petrolio
    In Israele circola una battuta: gli ebrei dovrebbero fare causa a Mosé perché, quando li ha liberati dalla schiavitù in Egitto, li ha condotti nell’unico Paese del Medioriente dove non c’è il petrolio. Effettivamente, in Israele e nei Territori palestinesi l’“oro nero” è molto scarso. Il giacimento più ingente è quello di Meged (Megiddo), scoperto negli anni ’80 e sfruttato dal 2010. Il giacimento è collocato a ridosso del confine tra Israele e la Cisgiordania e l’Autorità palestinese sostiene che circa l’80% si trovi nel sottosuolo del suoi territori. Le proposte di sfruttamento congiunto, avanzate in passato anche da esponenti del governo israeliano, non hanno mai trovato applicazione e attualmente lo Stato ebraico utilizza il giacimento senza il coinvolgimento dell’ANP.


    Estrazione di petrolio a Meged
    Israele possiede anche un altro giacimento terrestre, quello di Heletz, operativo dal 1960, e alcune riserve petrolifere offshore, ma riesce a produrre solo una piccola parte del petrolio che consuma. Nel 2016, stando ai dati di Worldometers, produceva meno di 6000 barili al giorno, a fronte di un consumo di oltre 236.000. Il Paese è perciò dipendente dall’importazione.

    La Palestina, dal canto suo, non possiede nessuna riserva petrolifera ed è costretta a importare tutto il petrolio che consuma (sotto forma di prodotti finiti e non di greggio), pari a circa 24.000 barili al giorno.

    Lo shale oil
    Sebbene non possegga petrolio vero e proprio, Israele è ricco di shale oil, un petrolio non convenzionale prodotto dalle rocce di scisto bituminoso mediante specifici processi chimici. Se sfruttati, i giacimenti di shale oil liberebbero lo Stato dalla dipendenza dalle importazioni, ma l’estrazione, che è molto difficile e crea serie questioni ambientali, non ha mai preso avvio.

    Il gas naturale in Israele
    Il caso del gas naturale è diverso. Per molti anni Israele ne è stato privo, ma negli anni Duemila ha individuato ingenti giacimenti offshore nel Mediterraneo orientale, i più grandi dei quali sono denominati Leviathan e Tamar. In parte il gas è estratto nell'ambito di un programma congiunto tra Israele, Cipro e Grecia.


    Giacimenti di gas nel Bacino del Levante.
    La scoperta dei giacimenti ha provocato un cambiamento importante nell’economia israeliana: fino al 2004 l’uso di gas naturale era praticamente nullo, ma da allora ha iniziato ad aumentare rapidamente: negli anni 2011-2021 il consumo è aumentato del 148%, mentre l’uso del carbone e quello del petrolio sono diminuiti rispettivamente del 51% e del 14%. È stata una vera rivoluzione energetica ed economica, che si associa all’uso sempre più massiccio delle energie rinnovabili.


    Consumo di fonti fossili in Israele dagli anni ’80 al 2017.
    Le scoperte hanno consentito allo Stato ebraico di ridurre la dipendenza energetica e, dal 2020, di diventare persino un esportatore di gas. La guerra russo-ucraina, che ha spinto l’Europa a cercare nuove fonti di approvvigionamento, ha ulteriormente favorito le esportazioni israeliane.

    Il gas naturale in Palestina
    Anche la Palestina disporrebbe di riserve offshore. Nel 1999 l’Autorità Palestinese concesse una licenza per la ricerca di idrocarburi al British Gas Group, che l’anno successivo scoprì un grosso giacimento al largo delle coste di Gaza, noto come Gaza Marine. Se sfruttato adeguatamente, il giacimento potrebbe coprire l’intero fabbisogno palestinese di gas e consentirebbe anche di effettuare esportazioni. Tuttavia, i palestinesi non possono estrarre il gas di Gaza Marine: nel 2007, in seguito all’ascesa al potere di Hamas, Israele ha dichiarato un blocco navale intorno alla Striscia, impedendo così anche l’accesso al giacimento.


    Il blocco navale israeliano di Gaza.
    Il “divieto” suscita proteste molto accese in Palestina ed è considerato una delle cause del disagio economico, in particolare nella Striscia di Gaza. Nella Striscia, infatti, la corrente elettrica è disponibile solo per alcune ore al giorno, perché la quantità di energia disponibile non è sufficiente ai bisogni di tutta la popolazione, e l’impossibilità di usare le proprie risorse suscita forte risentimento.

    Le risorse energetiche e il conflitto
    L’accesso alle risorse è solo uno dei tanti motivi di tensione tra Israele e Palestina e, per i cittadini dei due Paesi, non il più importante. La questione, però, ha una rilevanza significativa: anzitutto, provoca polemiche su questioni specifiche, in primis il giacimento di Gaza Marine e, in misura minore, la riserva petrolifera di Megiddo; inoltre, la differenza nell’accesso alle risorse amplia il gap economico tra i due Paesi e, di conseguenza, contribuisce a inasprire il conflitto.
     
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    CiaoSilvia
    Riprendendo il discorso di ieri su un coinvolgimento americano con Hamas, ti faccio notare una cosa, certo solo una piccola coincidenza. Israele ha chiuso da anni la circoscrizione navale nella striscia di Gaza per via di Hamas, impedendo ai palestinesi di poter accedere al giacimento di gas di loro proprietà. Altra cosa molto singolare, è che il governo israeliano proprio in questi ultimi mesi si stava muovendo, anzi era pronto a dare il via libera ai palestinesi per poter sfruttare questo giacimento, caso strano Hamas proprio adesso ha dichiarato guerra, mettendo "involontariamente" i palestinesi di nuovo in una condizione di forte precarietà, insomma Hamas non è di grande aiuto per questa gente. Solo una coincidenza ribadisco...
     
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    CITAZIONE (ElenaElena @ 27/10/2023, 09:44) 
    Il ruolo del petrolio e del gas nel conflitto israelo-palestinese: una questione poco conosciuta

    Che ci siano di mezzo interessi economici legati a gas e petrolio è noto da tempo, altrimenti sarebbe un conflitto che non interesserebbe a nessuno come quelli africani.
    Gli stessi qatar e arabia saudita finanziano apertamente hamas, e fanno affari con l'occidente.

    Hamas infatti non è solo un gruppo terroristico. Sono politici eletti a gaza. Sanno muoversi politicamente.

    Edited by °°º††Sousuke††º°°© - 27/10/2023, 22:14
     
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    Ma è sempre una questione economica e di potere la causa delle guerre
     
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    Risoluzione del conflitto

    Israele si prende pure la Striscia di Gaza

    Gazanesi e Company sotto Israele e situazione sottocontrollo

    chi non vuole stare li' va via , tanto oramai l'immigrazione va di moda
     
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    Ma è un risultato o una tua interpretazione?
     
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    CITAZIONE (*<BiCo>* @ 27/10/2023, 23:44) 
    Ma è un risultato o una tua interpretazione?

    Vorrebbe dire chiudere anni e anni di rompimento di cazzo

    La cartina parla chiaro , una striscietta di territorio

    La occupi e te la prendi

    si fa 2 popoli e 1 Stato , Israele

    Questione Palestinese finita
     
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    CITAZIONE (*<BiCo>* @ 27/10/2023, 23:57) 
    Non hai risposto

    una mia interpretazione

    il tutto per dare un taglio e fine delle Austerità tra 2 Popoli

    Se poi si vuole andare avanti a sentire ogni 3x2 agitazione in quel fazzoletto di terra

    Andiamo avanti a sentire agitazione

    In pratica è Grosso mangia Piccolo e magari meno morti
     
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    CITAZIONE (ElenaElena @ 27/10/2023, 09:58) 
    CiaoSilvia
    Riprendendo il discorso di ieri su un coinvolgimento americano con Hamas, ti faccio notare una cosa, certo solo una piccola coincidenza. Israele ha chiuso da anni la circoscrizione navale nella striscia di Gaza per via di Hamas, impedendo ai palestinesi di poter accedere al giacimento di gas di loro proprietà. Altra cosa molto singolare, è che il governo israeliano proprio in questi ultimi mesi si stava muovendo, anzi era pronto a dare il via libera ai palestinesi per poter sfruttare questo giacimento, caso strano Hamas proprio adesso ha dichiarato guerra, mettendo "involontariamente" i palestinesi di nuovo in una condizione di forte precarietà, insomma Hamas non è di grande aiuto per questa gente. Solo una coincidenza ribadisco...

    interessante
    di certo Hamas non vuole la pace, ci sarebbe da capire che davvero c'è dietro ad Hamas
     
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    CITAZIONE (CiaoSilvia @ 28/10/2023, 00:19) 
    CITAZIONE (ElenaElena @ 27/10/2023, 09:58) 
    CiaoSilvia
    Riprendendo il discorso di ieri su un coinvolgimento americano con Hamas, ti faccio notare una cosa, certo solo una piccola coincidenza. Israele ha chiuso da anni la circoscrizione navale nella striscia di Gaza per via di Hamas, impedendo ai palestinesi di poter accedere al giacimento di gas di loro proprietà. Altra cosa molto singolare, è che il governo israeliano proprio in questi ultimi mesi si stava muovendo, anzi era pronto a dare il via libera ai palestinesi per poter sfruttare questo giacimento, caso strano Hamas proprio adesso ha dichiarato guerra, mettendo "involontariamente" i palestinesi di nuovo in una condizione di forte precarietà, insomma Hamas non è di grande aiuto per questa gente. Solo una coincidenza ribadisco...

    interessante
    di certo Hamas non vuole la pace, ci sarebbe da capire che davvero c'è dietro ad Hamas

    Hamas stà agendo su commissione

    ma ragioniamo

    che senso ha creare una guerra attuale a Senso Unico Davide contro Golia ?

    guardo le immagini in tele

    una Città in un buio spetrale

    cazzo fai vinci la guerra in una situazione cosi ?

    Intanto i Capocchioni di Hamas sono da tutte le parti tranne che a Gaza
     
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    CITAZIONE (CiaoSilvia @ 27/10/2023, 23:19) 
    CITAZIONE (ElenaElena @ 27/10/2023, 09:58) 
    CiaoSilvia
    Riprendendo il discorso di ieri su un coinvolgimento americano con Hamas, ti faccio notare una cosa, certo solo una piccola coincidenza. Israele ha chiuso da anni la circoscrizione navale nella striscia di Gaza per via di Hamas, impedendo ai palestinesi di poter accedere al giacimento di gas di loro proprietà. Altra cosa molto singolare, è che il governo israeliano proprio in questi ultimi mesi si stava muovendo, anzi era pronto a dare il via libera ai palestinesi per poter sfruttare questo giacimento, caso strano Hamas proprio adesso ha dichiarato guerra, mettendo "involontariamente" i palestinesi di nuovo in una condizione di forte precarietà, insomma Hamas non è di grande aiuto per questa gente. Solo una coincidenza ribadisco...

    interessante
    di certo Hamas non vuole la pace, ci sarebbe da capire che davvero c'è dietro ad Hamas

    Tutto il popolo arabo. Basta vedere nelle manifestazioni. Anche eliminando l'organizzazione di hamas ne sorgerà un'altra perchè sono movimenti che nascono dal basso. Troveranno sempre proseliti.
     
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    CITAZIONE (guglielmohostel @ 27/10/2023, 22:56) 
    CITAZIONE (*<BiCo>* @ 27/10/2023, 23:44) 
    Ma è un risultato o una tua interpretazione?

    Vorrebbe dire chiudere anni e anni di rompimento di cazzo

    La cartina parla chiaro , una striscietta di territorio

    La occupi e te la prendi

    si fa 2 popoli e 1 Stato , Israele

    Questione Palestinese finita

    Occupare gaza semmai amplierebbe il conflitto. Anche a nord col libano e gli hezbollah, perchè quei milioni a gaza non vorranno rimanere sotto israele.

    Ci saranno sempre guerre fino a quando ci sarà israele che occupa illegalmente terre altrui.
     
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    https://www.31mag.nl/il-sudafrica-denuncia...-guerra-a-gaza/
     
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