Moody’s promuove l’Italia

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    Burattinaia

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    Moody’s promuove l’Italia, dal Pnrr alle banche: perché l’agenzia di rating ha alzato l’outlook

    Moody’s promuove l’Italia. Ieri l’agenzia di rating ha confermato il giudizio «Baa3» e ha migliorato da «negativo» a «stabile» l’outlook per l’Italia. La valutazione era attesa ed è stata accolta con favore dalla maggioranza. Nel commento dell’agenzia si legge che a pesare in positivo sono più fattori: la prospettiva dell’attuazione del Pnrr, i recenti miglioramenti del comparto bancario oltre ai costi dell’energia in calo. Ma vediamo più nel dettaglio perché l’Italia è stata promossa.

    Venerdì 17 porta fortuna all’Italia. L’agenzia di rating Moody’s non solo non ha variato il rating (confermando il «Baa3»), ma ha migliorato da «negativo» a «stabile» l’outlook, confermando così quelle che erano state le previsioni di alcuni esperti fatte alla vigilia. «Le prospettive di breve termine dell’Italia sono sostenute dall’attuazione del Pnrr e dai recenti miglioramenti del settore bancario», si legge nella nota di Moody’s. «I rischi legati alle forniture energetiche sono diminuiti in parte per il clima buono dello scorso inverno, ma anche per le azioni del governo» per la diversificazione delle forniture e del rafforzamento dell’infrastruttura energetica», prosegue ancora sottolineando che la forza del settore bancario italiano è «migliorata significativamente. Un lento ma graduale consolidamento nel sistema bancario ha portato a una migliore efficienza operativa e a complessivi miglioramenti della redditività».

    Il debito e il Pnrr
    Nella sua valutazione Moody’s ricorda che i livelli di debito dell’Italia resteranno elevati. E per questo «ridurre il deficit sarà essenziale per la futura traiettoria del debito dato il differenziale fra le crescita nominale e i tassi di interesse tornerà negativo nel 2025, richiedendo all’Italia un surplus primario per stabilizzare il debito». Sempre sul fronte dei conti Moody’s stima «che il deficit fiscale delle amministrazioni pubbliche raggiungerà il 4,4% del Pil nel 2024» mentre per gli anni successivi, l’agenzia di rating «vede alcuni rischi per la traiettoria fiscale legati ad alcuni degli obiettivi politici del governo, in particolare sulla riforma dell’imposta sul reddito». L’agenzia dedica spazio al Pnrr che vede «come l’opportunità che capita una volta in una generazione per rafforzare la crescita e attuare riforme». Per l’Italia, si legge, «i rischi di credito associati con una inefficiente esecuzione delle politiche macroeconomiche sono significativi perché è il Paese Ue più a rischio che il differenziale tassi di interesse-crescita metta in moto una dinamica avversa del debito».

    Le reazioni
    Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti accoglie con «molta soddisfazione la pronuncia — commenta il capo del Tesoro in una nota —. È una conferma che, seppure tra tante difficoltà, stiamo operando bene per il futuro dell’Italia. Quindi, alla luce del giudizio espresso da Moody’s e delle altre agenzie di rating, ci auguriamo che le prudenti, responsabili e serie politiche di bilancio del governo, pur nelle legittime critiche di un sistema democratico, siano confermate anche dal Parlamento». Moody’s aveva deciso di abbassare l’outlook da «stabile» a «negativo» poco dopo la caduta del governo Draghi, avvenuta nel luglio del 2022, rendendo concreto il rischio di una bocciatura sul debito pubblico. Le prime tre valutazioni, fatte da S&P, Dbrs e Fitch, avevano lasciato immutato il rating e anche l’outlook (cioè le prospettive).
     
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